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Medicina rigenerativa: un patch curerà le nostre ferite

La medicina rigenerativa fa un passo in avanti grazie ad Ematik una soluzione per la cura delle ferite cutanee. L’intuizione di 3 giovani biotecnologi è un patch da applicare su ferite di difficile rimarginazione.
"Nel 2016, tra i banchi della facoltà di Biotecnologie dell’Università di Urbino, ci è venuta l’idea di fondere ciò che avevamo imparato nel nostro percorso accademico con la passione per la stampa 3D." L'anno successivo nasce, quindi, la startup Prometheus. I tre ragazzi passano dai banchi dell’università ai pitch internazionali per la raccolta di fondi e di competenze esterne che possano aiutarli ad avere tra le mani quello che da tempo è già realtà nella loro testa.
 

Il primo prodotto: Ematik

Il primo prodotto si chiama Ematik. È un sistema per la creazione di un cerotto biodegradabile e bio-riassorbibile ottenuto da un derivato ematico e una miscela di biopolimeri, il patch favorisce la rigenerazione cellulare, riduce drasticamente i tempi di guarigione ed evita la creazione di cicatrici, inoltre non ha effetti collaterali perché creato a partire dal proprio sangue.Il cerotto è pronto in 40 minuti e può essere subito applicato sulla pelle. Il prodotto è già commercializzato per uso veterinario, con risultati straordinari.


“In quanto biologi siamo molto critici verso noi stessi e analizziamo le situazioni da tutti i punti di vista per essere sicuri che ciò che abbiamo tra le mani funzioni e sia inattaccabile. Per questo, fin da subito abbiamo capito che Ematik non era fantascienza. La soddisfazione più grande è arrivata con il primo caso clinico animale su cui lo abbiamo testato. In quel momento abbiamo realizzato che avevamo tra le mani qualcosa di rivoluzionario”
 

“Questa esperienza ci ha fatto comprendere quanto ampi debbano essere i nostri orizzonti. Siamo andati al di là della formazione accademica e ci siamo spinti verso campi finora inesplorati. Se potessimo viaggiare nel tempo e parlare con noi stessi di 4 anni fa, diremmo loro di non fermarsi alla fase di ricerca in laboratorio, che pure rimane fondamentale, ma di guardarsi intorno e di mettere insieme tutte le competenze necessarie per fare i passi successivi, cioè quelli che ti permettono di dare la soluzione a chi ne ha bisogno”
 
Il prossimo passo è allargare l’utilizzo all’uomo, motivo per il quale Prometheus sta cercando investitori.
La startup è stata premiata da Zcube in occasione del Premio Gaetano Marzotto.
Fabrizio Conicella
General Manager OpenZone

Abbiamo scelto di premiare un progetto che risponde a un problema diffuso, con un mercato di dimensioni considerevoli. La giuria è rimasta particolarmente colpita dal team, molto giovane, che tra i banchi universitari ha maturato l’idea di coniugare la passione per le biotecnologie e per la stampa 3D, e che in pochi anni ha concluso passi importanti. Auspichiamo di poter supportare lo sviluppo del progetto attraverso il network di Zcube – Zambon Research Venture e la community di OpenZone.