Le tecnologie ci stanno insegnando che siamo pronti ad affermare un nuovo modo di lavorare, basato sulla fiducia e su relazioni che possono essere nutrite anche ‘a distanza’. E’ necessario, tuttavia, elevare le competenze digitali in modo che lo smart working, oggi diffuso principalmente nelle imprese della conoscenza, all'avanguardia della ricerca e della innovazione, possa estendersi anche ai settori più tradizionali, e che la digitalizzazione diventi ancora più strategica anche in altri ambiti, dalle scuole alla sanità specie in un’era caratterizzata da patologie croniche legate all’invecchiamento della popolazione che peseranno sempre più sulle nuove generazioni se non sapremo trovare soluzioni di cura domiciliare con sistemi di monitoraggio a distanza.
L’accelerazione imprevista che stiamo vivendo ora pone basi solide per il futuro. La strategia di Milano dovrebbe puntare con coraggio sullo sviluppo delle competenze digitali, prevedendo investimenti significativi, trasversali.
Sempre in questi giorni risulta chiaro a tutti che ricerca e innovazione non vanno mai abbandonate, specialmente nella salute. Sono l’unica via per partecipare al progresso scientifico, che non può essere promosso a “singhiozzo” per essere utile nei momenti essenziali, ma deve trovare spazio e respiro in una strategia industriale di lungo periodo per poter raggiungere concreti ed efficaci risultati.