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Luglio 2020

Telemedicina e cronicità. 3.600 interventi in teleassitenza per persone con Malattia di Parkinson durante l'emergenza COVID-19: un nuovo modello per il futuro della sanità?
 
Sebbene l’avvio della fase 2 abbia determinato la ripresa delle attività ambulatoriali ed ospedaliere non urgenti, con il progressivo allentamento delle misure di sicurezza, le oltre 260.000 persone con Malattia di Parkinson in Italia rappresentano, per età e condizioni di salute, una delle categorie di pazienti fragili da proteggere. Per continuare a farlo senza privarle dell’accesso ai servizi sanitari, una risposta concreta, arriva dalla telemedicina e, in particolare, dalla teleassistenza infermieristica specializzata fornita da ParkinsonCare. Il servizio, ideato da Careapt - start up del gruppo Zambon – e reso fino al 30 settembre grazie alla collaborazione con Confederazione Parkinson Italia Onlus.
 
Con oltre 4.500 interventi di supporto, di cui 3.604 in teleassistenza infermieristica, 230 video-consulti con neurologi e altri professionisti del team multidisciplinare, 7 accessi al MMG e 2 soli accessi al Pronto Soccorso, i numeri di ParkinsonCare offrono un importante contributo al dibattito sul ruolo della telemedicina come fattore abilitante per introdurre nuovi modelli di cura della cronicità.

A sottolinearne la rilevanza anche due pubblicazioni scientifiche sul Journal of Parkinsonisms and Related Disorders e sul British Journal of Neuroscience Nursing.
 
Orientina Di Giovanni
General Manager di Careapt

L’esperienza fatta in questi mesi ha suscitato l’attenzione della comunità scientifica internazionale. Si tratta, di fatto, della prima rete multidisciplinare nel Parkinson in Europa. La telemedicina non ci ha solo permesso di visitare pazienti che non avevano accesso ad ambulatori ed ospedali. Ne abbiamo fatto un modo diverso di fare medicina della cronicità, affiancando ai pazienti un ‘personal care manager’ e orchestrando l’intervento di tutti gli attori sanitari del PDTA. È il futuro della cronicità e solo la tecnologia può renderlo possibile e sostenibile. È urgente che questo sia riconosciuto e governato.

La telemedicina: un nuovo modello per la gestione delle cronicità?

Secondo recenti articoli pubblicati su The Lancet e JAMA la telemedicina non rappresenta più soltanto una risposta all’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, ma può diventare la forma elettiva di medicina, soprattutto nella presa in carico delle persone con malattie neurodegenerative, che possono essere costantemente monitorate da una rete di figure altamente specializzate all’interno del proprio ambiente domestico, in grado di restituire una prospettiva più realistica delle loro condizioni. Si tratta del cosiddetto modello “home-hub-and-spoke”, che mette insieme tre componenti fondamentali: primo fra tutti l’ambiente domestico; un hub di figure multidisciplinari specializzate; e infine un “personal care manager” che affianca i pazienti nella vita di ogni giorno.

Giangi Milesi
Presidente della Confederazione Parkinson Italia

La terribile emergenza non ci ha cancellati: siamo rimasti attivi e vicini alle persone con Parkinson e ne abbiamo avuto cura; abbiamo dimostrato che si può infrangere il tabù dell’autoreferenzialità per lavorare in rete. Insieme a una spallata all’immobilismo, abbiamo dato un impulso eccezionale ai più moderni approcci alla cura come la teleassistenza, e il case-management; abbiamo gestito l’emergenza ricavandone esperienze apprezzate nel mondo e utili per la sanità del futuro. Ancora una volta grazie a Careapt e alla Zambon per aver condiviso con noi tutto questo.