L'approccio fa uso di piccole molecole di acido nucleico chiamate oligonucleotidi, capaci di correggere alcuni dei difetti genetici alla base della CF derivati da un errore nello splicing, il processo che porta alla trascrizione dei geni in filamenti temporanei di RNA. La difficoltà sinora incontrata nella formulazione di terapie con gli oligonucleotidi è stata trovare il modo di introdurre questi elementi nelle cellule e nella corretta posizione.
La strategia sviluppata da Kreda, Juliano e colleghi supera tutti questi ostacoli arricchendo i oligonucleotidi con due nuove funzioni: in primo luogo, gli oligonucleotidi sono collegati a brevi molecole simili a proteine chiamate peptidi progettate per aiutarli a distribuirsi nel corpo ed entrare nelle cellule; in secondo luogo, gli oligonucleotidi vengono trattati con piccole molecole chiamate OEC che li aiutano a sfuggire agli endosomi.