La tecnica può essere adattata per migliorare la memoria a lungo e/o breve termine e i benefici sembrano durare per almeno un mese. È la prima volta che questo tipo di stimolazione cerebrale ha dimostrato di avere effetti così duraturi sulla memoria umana, dichiarano i ricercatori responsabili dello studio.
“Si è trattato di un intervento molto breve che ha prodotto sia un effetto immediato che molto duraturo”, afferma Marom Bikson, ingegnere neurale presso il City College di New York, che non è stato coinvolto nello studio. “Sono necessarie ulteriori ricerche, ma in caso di successo, la terapia potrebbe essere condotta in qualunque studio medico… persino a casa“.
Le cellule cerebrali comunicano tra loro utilizzando impulsi elettrici e ciascuna rete o regione del cervello ha una propria attività elettrica caratteristica. Sempre più ricerche suggeriscono che l’applicazione della stimolazione elettrica a queste reti può cambiare il modo in cui funzionano, rafforzando potenzialmente le connessioni tra le regioni del cervello.
Per scoprire se questo approccio potesse migliorare la memoria, Reinhart e i suoi colleghi si sono rivolti a una forma di stimolazione cerebrale chiamata stimolazione transcranica a corrente alternata. La tACS, come è meglio nota, consente la somministrazione di delicati impulsi di elettricità al cranio tramite elettrodi incorporati in quella che è essenzialmente una cuffia da nuoto.
Sebbene l’approccio scarichi elettricità nelle regioni del cervello, le dosi utilizzate sono troppo basse per provocare l’infiammazione delle cellule cerebrali. Piuttosto, la tACS modula l’attivazione delle cellule, spiega Reinhart, che preferisce descrivere improprio utilizzo della tACS come modulazione cerebrale invece che stimolazione cerebrale. “Sono livelli di corrente alternata non invasivi, sicuri ed estremamente deboli”, afferma.
Il team ha utilizzato una forma moderna e ad alta definizione di tACS, che consente ai ricercatori di selezionare piccole regioni del cervello. Il gruppo ha scelto di concentrarsi su due regioni del cervello note per il loro coinvolgimento nelle funzioni mnemoniche: parte della corteccia prefrontale nella parte anteriore del cervello (coinvolta nella memoria a lungo termine), e il lobo parietale inferiore, nell’area posteriore del cervello )possibilmente coinvolta nella memoria a breve termine).