Il nuovo metodo prevede l'utilizzo di DNA a origami, la tecnica di piegatura del DNA a livello nanometrico per creare forme bidimensionali o tridimensionali non arbitrarie. Proprio le forme del DNA selezionate vengono utilizzate per catturare i biomarcatori, che vengono quindi letti per mezzo di nanopori, una molecola alla volta.
Il gruppo, guidato dal professor Christoph Wälti della Scuola di ingegneria elettronica ed elettrica di Leeds, sta ora adattando la tecnologia al rilevamento di una serie di malattie, tra cui il Covid-19.