La gestione dell’emergenza, il vero ruolo dell’Università, la ripartenza e il futuro: questi i capitoli affrontati dal Rettore del Politecnico di Milano e Presidente della CRUI nel recente OpenZone Talk.
Il sistema universitario: Italia vs Europa
L’università italiana è europea sotto molti punti di vista: nella qualità della ricerca, nel numero di pubblicazioni, nella capacità di acquisire fondi dai programmi della Commissione Europea. È poi europea nella qualità della didattica, nell’occupazione dei laureati, nel sistema di valutazione nazionale (ANVUR). E ancora, è europea nei principi di finanziamento e di governance.
Dove non è europea? Non lo è nelle dimensioni (troppo piccola), nel numero ridotto di laureati, nel rapporto tra studenti e docenti, nel numero ricercatori, negli investimenti in edilizia. Non è europea nel dato anagrafico, troppo vecchia e poco attrattiva, nel limitato e precario accesso al ruolo universitario, nei salari non competitivi, nella scarsa attenzione alla formazione superiore e in particolare al Dottorato di ricerca. Ultimo e non meno importante, non è europea nelle procedure (troppe regole e troppa burocrazia) e nella scarsa apertura internazionale (pochi studenti e soprattutto pochi docenti internazionali).
L'università è un’importante infrastruttura del paese: l'infrastruttura della conoscenza, della formazione, della ricerca e dell'innovazione. In questo momento storico più che mai, una risorsa fondamentale per disegnare il futuro del Paese. E per innescare il vero ascensore sociale.
E il post pandemia?
Anche l’Università dovrà cercare un nuovo equilibrio tra lezioni a distanza, opportunità del digitale e necessità di tornare in presenza per costruire relazioni, favorire il confronto e la crescita personale, fatta sempre più di esperienze, progetti, lavori di gruppo, in comunità multiculturali e multisociali, dove il valore è anche la diversità.