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OpenZone Talk

Alberto Di Minin - Il gioco degli opposti

Il gioco degli opposti è alla base di tante storie di innovazione di successo. Storie di leadership nelle quali, durante percorsi di cambiamento, è stato costruito e mantenuto nel tempo un bilanciamento tra elementi diversi e spesso in antitesi tra loro: tradizione e discontinuità, esplorazione ed efficienza, disciplina e sperimentazione, prudenza e rischio. Il talk ha rappresentato un’occasione per conoscere una pluralità di forme attraverso le quali imprese italiane hanno implementato percorsi di innovazione, con una certezza: non esistono verità assolute quando si parla di management dell'innovazione.
Durante l’OpenZone Talk, il Prof. Di Minin ci ha portato in viaggio alla scoperta delle storie di innovazione di aziende italiane di successo. Ma da dove nasce l’innovazione? È questo il punto di partenza, la chiave di lettura che ci accompagna in questo viaggio. Ciò che accomuna queste storie di innovazione è l’ossimoro, una figura retorica che consiste nell’accostare parole che esprimono concetti contrari. È una metafora particolarmente calzante perché è sulla fusione di due elementi apparentemente opposti che molti manager e imprenditori hanno costruito lo sviluppo e il successo delle loro imprese.

Tradizione e dialogo, innovazione competitiva e sostenibilità, Uomo e Robot, startup e multinazionale, famiglia e impresa, Università e mercato, locale e globale. Sono questi alcuni degli aspetti che, opportunamente bilanciati, hanno scritto le ricette di successo per le aziende presentate nel libro “Il gioco degli opposti. Viaggio nell’innovazione italiana” di cui Di Minin è coautore insieme ad Andrea Piccaluga e Cristina Marullo.


È stato il primo OpenZone Talk tenuto in forma di webinar, e questo ha offerto la possibilità allo speaker di interagire con il pubblico con dei sondaggi istantanei. Alla domanda “Qual è per voi elemento irrinunciabile nel bilanciamento del gioco degli opposti?” i partecipanti hanno individuato gioco di squadra e leadership come base su cui costruire l’innovazione.
 
Sono in realtà tre gli elementi comuni per realizzare quella che Di Minin chiama ambidexterity, cioè la capacità di un’azienda di sfruttare elementi opposti per mantenere uno stato di costante tensione creativa: rispetto dei ruoli inteso come coesistenza di elementi opposti che si riconoscono importanza reciproca;  la leadership che nel momento del cambiamento è riuscita a conservare gli elementi caratterizzanti dell’azienda e ad adottare contemporaneamente nuove soluzioni; focus sui risultati: attento focus dei risultati e cioè la capacità di guardare al futuro con coraggio ma anche concretezza.
 
Certo è che non esistono verità assolute nel management dell’innovazione. L’esortazione finale è di non chiudersi troppo in schemi predefiniti e dare la giusta importanza alle sfumature mettendo in discussione teorie e modelli dati per certi e sperimentando nuove strade.

Alberto Di Minin è Professore di Innovation Management presso la scuola Sant'Anna di Pisa e Research Associate for the Berkeley Roundtable on the International Economy. Tratta di temi che ruotano intorno all' Open Innovation e gestisce il blog  Fuoriclasse su Nova del Sole 24 Ore dove scrive di scienziati, innovatori, ricercatori, imprenditori, artisti  che cambiano il mondo e sfidano il presente.