Innovation Taking Place nasce per dare continuità a un percorso con radici molto profonde, sostanziate nella costruzione di Z-LIFE, la nuova casa di Zambon e nel piano di sviluppo del campus scientifico OpenZone. Entrambi sono concepiti come luoghi di innovazione e, per viverli al meglio, abbiamo deciso di analizzare le variabili che li rendono tali. Gli ultimi mesi hanno accelerato molti fenomeni e il nostro modo di lavorare ha subito importanti trasformazioni, aggiungendo ulteriori domande allo studio. Quale nuovo equilibrio tra fisico e virtuale? Come promuovere la cultura di un’azienda, anche a distanza? Come riprodurre in modalità remota la creatività del lavoro di gruppo?"
La ricerca in 3 parti
La ricerca è composta da 3 parti: una mappatura dei luoghi di innovazione e dei loro elementi costitutivi; l’individuazione delle variabili che li definiscono; un’euristica di esperti per l’identificazione delle leve su cui lavorare su un processo di cambiamento concreto.
Quello che è certo è che in un mondo così vario e complesso come quello attuale ci sono delle categorie comuni che caratterizzano i luoghi dell’innovazione: la cultura intesa come l’insieme dei valori, delle abitudini e degli stili di leadership che definiscono l’identità di un gruppo e il modo in cui questo lavora; la community, ovvero l’insieme di gruppi che si fanno parte di un unico organismo.
Poi ancora la collaborazione costituita da un codice di valori e pratiche condivisi e da capacità interpersonali di comunicazione; fiducia e soddisfazione, categorie trasversali intese sia come competenze costruite nel tempo sia come modo di lavorare di un gruppo; infine, al centro di tutto, la persona come soggetto promotore del cambiamento e prerequisito per lo Human Centered Design e per il Design Thinking.
Le leve organizzative
Tra le leve organizzative individuate ci sono: valori evolutivi, cioè il desiderio di progresso continuo e l’aspirazione verso qualcosa di più elevato; leadership in grado di facilitare il cambiamento e responsabile della creazione di una narrativa condivisa; prassi creative per abilitare la mediazione e la condivisione di codici e pratiche, anche non convenzionali, tra gruppi diversi in un ambiente che accetta l’errore e offre tempo per esplorare le novità; motivazione intrinseca alimentata dall’attenzione al singolo individuo e ai suoi bisogni; resilienza nella ricerca di un equilibrio tra gerarchia top-down e autonomia e proattività botto-up; infine phygital, ovvero l’integrazione tra fisico e digitale sia in termini di design degli spazi sia come costruzione di una identità coerente in entrambe le dimensioni.